Pallacanestro – XVI edizione del Torneo Nazionale di Pasqua.
Dopo tre giorni di torneo e circa 120 partite disputate, l’ultima giornata della manifestazione ha visto le 40 compagini sfidarsi tra spalti gremiti e giovani atleti che incitano i nuovi amici conosciuti durante le prime giornate, creando un arcobaleno di mille colori. Vissute le emozioni della finale, è il momento delle premiazioni. Il trofeo per il fair play, di grande importanza per la manifestazione, va ad Anagni, che da 8 anni fa propri tutti i valori della manifestazione; la DBS Roma si aggiudica per il secondo anno consecutivo il titolo di campione. Il presidente della Rainbow Basket e patron del torneo Gian Luca Battaiola ringrazia tutto lo staff, i presenti, i bambini, l’amministrazione comunale e le società che a vario titolo hanno sostenuto la realizzazione dell’evento. In particolare ringrazia i bambini per la gioia portata al torneo. È la volta del presidente del CONI Viola, che sottolinea la bellezza della manifestazione e il messaggio che vuole trasmettere. Ancora una volta i ragazzi si salutano, ricchi di nuove esperienze, emozioni, e amicizie, sicuri di incontrarsi nuovamente il prossimo anno.
Come ogni anno quando si spengono le luci e si chiude la porta della palestra, di colpo innaturalmente ordinata e vuota, c’è spazio per gli organizzatori per poter riflettere e riesaminare quanto accaduto negli ultimi tre giorni dando loro un’interpretazione e stilando un bilancio finale.
Stando ai numeri si può parlare di “successo”, ma non è una parola che sentiamo calzare al Torneo come adeguata, e non perché 40 squadre, 600 bambini non siano abbastanza, ma perché in realtà è un numero che racconta ben poco delle emozioni che noi tutti (speriamo!) abbiamo modo di vivere in quei giorni. Il Torneo è conseguenza di un’idea comune di vivere e sentire il minibasket, di lì il motto “dei bambini per i bambini”.
Per concludere un doveroso grazie a tutte le famiglie che accolgono i bambini delle squadre provenienti da fuori regione, mettendosi a disposizione dei propri figli e ancor di più di quelli degli altri, e a tutte quelle che d’altro canto li affidano agli istruttori delle rispettive squadre per tre giorni.
E ancora, ai Badanti di Campo: ragazzi, principalmente ragazzini, dai dodici (alcuni erano partecipanti al torneo solo lo scorso anno) ai diciannove anni, che scelgono di mettersi dietro le quinte per tre giorni interi per badare, prendersi cura, occuparsi del campo e di chi lo popola, con la pazienza e lo spirito di sacrificio di chi, avendo tanta voglia di farlo, deve limitarsi a guardare, restando in disparte, altri tirare a canestro.
La nostra conclusione è dunque un semplice, ma sincero Grazie! a tutte queste ordinarie e straordinarie persone che, ogni anno, in veste di istruttori, genitori, organizzatori, mini-atleti abbracciano l’idea TdP e ne rinnovano l’intensità e la validità. Senza tutti voi non esiste TdP.