FrosinoneCalcio – Pensieri & Parole – FINITO IL TEMPO DEI BACI, IL FROSINONE ORA PUNGE COME UNA … UESPA.
Di ALESSANDRO BIAGI
Quattro partite fotocopia, quattro vittorie consecutive con il minimo scarto, rappresentano più di un indizio, ma la prova concreta che questo Frosinone non fa più regali, ma punge, eccome se punge. Parafrasando uno striscione apparso nella curva dei tifosi perugini ad indirizzo della loro squadra, ma riadattato ai colori giallazzurri, e la testata di un noto periodico carnevalesco tanto caro ai frusinati, per il Frosinone “E’ finito il tempo dei Baci, ed ora punge come la Uespa”. Basta regali ed occasioni, tante, sprecate, ora il Frosinone punge, con una puntura precisa, secca e … avvelenata. Come avvelenato era l’allenatore ospite Serse Cosmi al termine dell’1-0 maturato sul campo dal Frosinone contro il suo Perugia. Quattro punture in quattro gare che hanno proiettato i giallazzurri al secondo posto in classifica, a pari merito con lo Spezia, che lo precede solo in virtù dello 0-2 subito in Liguria. Un Frosinone che, come ha fatto con i perugini, ora deve conservare un po di veleno anche per la visita che renderanno gli spezzini il prossimo 13 aprile. Per il resto la partita contro i grifoni ha dimostrato ancora una volta anche che quando c’è un gruppo, non ci sono assenze che tengano. I subentrati hanno fatto sempre bene, se non meglio a volte, dei sostituiti ed anche oggi la difesa, nonostante le assenze di due riferimenti come Brighenti e Capuano, non ha sofferto. Chi si ostina a dire che il Frosinone nel primo tempo è brutto deve leggere la partita nell’arco dei 90’. Il Frosinone oggi deve fare questo tipo di gare. Nelle sue corde non ha una gara di attacco per 90’, finirebbe per essere impallinato anche da squadre che, come il Perugia a Frosinone, dimostrano poco o nulla. Quindi bisogna continuare a lavorare su questa frequenza. Nesta, che si prepara ad essere allenatore di vertice, ma in quanto a concretezza e sincerità è già numero uno, non si nasconde: “Noi siamo questi, non faremo un calcio super, ma se siamo al secondo posto vuol dire che qualcosa di buono lo facciamo”.
Ora bisogna farlo fino in fondo.